Legge di bilancio 2023: le misure dedicate alle imprese
Legge di bilancio 2023: le misure dedicate alle imprese
Rifinanziata “nuova sabatini” e “fondo di garanzia Pmi”, proroga bonus formazione 4.0 e credito imposta per favorire la quotazione PMI in borsa. Stop credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali tradizionali
Per le piccole e medie imprese, la manovra 2023 rifinanzia con un 1 miliardo per il prossimo anno il fondo di garanzia e, proroga il bonus Ipo (credito imposta per favorire la quotazione delle Pmi in borsa). Rifinanzia fino al 30 marzo 2023 il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale che per bar, ristoranti ed esercizi commerciali salirà dal 30% al 35% mentre per le imprese energivore e gasivore dal 40% al 45%.
Riduzione in vista per gli strumenti dedicati alla politica industriale. Su questo fronte, infatti, la nuova Manovra dovrebbe rifinanziare con 500 milioni di euro la “nuova sabatini” per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, prorogare il credito d’imposta per la formazione 4.0 e dare uno stop al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali tradizionali non 4.0.
Questo è il perimetro in cui si muove il Disegno di legge che detta l’avvio dei lavori per la manovra finanziaria da 35 miliardi di euro per il 2023, approvato nel Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2022, la quale, prevede misure specifiche per le imprese e le famiglie.
Ma andiamo con ordine.
Beni strumentali delle Pmi (cd. Nuova Sabatini) – La nuova dote finanziaria prevista dalla Legge di Bilancio 2023 – pari a 500 milioni di euro – sarà utilizzata per concedere contributi alle micro, piccole e medie imprese in relazione a finanziamenti bancari (o leasing) per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese che alla data di presentazione della domanda:
- sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
- non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
- non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
- non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà;
- sono residenti in un Paese estero purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.
Fondo Pmi – È rifinanziato il fondo di garanzia Pmi con una dote da 1 miliardo per il 2023. Con il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, l’Unione europea e lo Stato Italiano affiancano le imprese e i professionisti che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario perché non dispongono di sufficienti garanzie. La garanzia pubblica, in pratica, sostituisce le costose garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento. Il fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e cliente. Tassi di interesse, condizioni di rimborso e altri sono lasciati alla contrattazione tra le parti. Ma sulla parte garantita dal fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.
Prorogato bonus Ipo (credito imposta per favorire la quotazione Pmi in borsa) – Prorogato fino all’anno 2024 il credito imposta per favorire la quotazione Pmi in borsa, sino a un tetto di 500 mila euro, nella sua versione originaria, dopo esser stato abbassato lo scorso anno a 200 mila. Il cosiddetto bonus Ipo prevede la possibilità di maturare un credito d’imposta per il 50% delle spese di consulenza sostenute ai fini della quotazione.
Fra i costi ammissibili quelli relativi alla predisposizione dei documenti di ammissione e del prospetto informativo, quelli relativi allo sponsor prescelto, quelli dovuti alla società di revisione sui bilanci certificati, in aggiunta ai costi diretti della quotazione dovuti a Consob e Borsa Italiana alle commissioni dovute ai broker e a quelli di marketing per l’organizzazione del roadshow. Costi che possono variare notevolmente a seconda della dimensione della società che si quota e della cassa di risonanza dell’Ipo stessa.
Proroga bonus energia per le imprese – Con risorse pari a 21 miliardi di euro, il Governo prosegue il sostegno alle imprese contro il caro bollette. La Manovra 2023, proroga le misure contro il caro energia per i primi tre mesi del nuovo anno, prevedendo nello specifico:
- l’eliminazione degli oneri impropri delle bollette;
- il rifinanziamento, fino al 30 marzo 2023, del credito d’imposta per le imprese energivore per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, che sale dal 40% al 45%;
- il rifinanziamento, sempre fino al 30 marzo 2023, del credito d’imposta per bar, ristoranti ed esercizi commerciali, che sale invece al 30% al 35%.
Sul tavolo anche l’aumento della tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche che passa dall’attuale 25% al 33%. Secondo le prime indiscrezioni – ma questa possibilità è ancora al vaglio dei tecnici – l’extraprofitto verrà calcolato sull’utile anziché sul fatturato come è avvenuto fino a ora.
Bonus formazione 4.0 – Con la legge di Bilancio 2023 arriva la proroga del bonus formazione 4.0. La misura è volta a sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale creando o consolidando le competenze nelle tecnologie abilitanti necessarie a realizzare il paradigma 4.0. Il credito d’imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese e in quelle relative ai periodi d’imposta successivi fino a quando se ne conclude l’utilizzo.
Il credito è utilizzabile, esclusivamente in compensazione, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili, presentando il modello F24 attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali tradizionali – Nella manovra 2023, è confermato lo stop al credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali tradizionali. Misura diretta a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.